Capitolo 11
L’ultima
volta che era andato a funghi, era stato al paese di sua nonna,
quando era piccolo. Aveva 8 anni, alla fine dell’estate, poco prima
che iniziasse la scuola.
Con
la stessa leggerezza di spirito, accompagnava ora Adele nei prati
alberati a monte del lago Bianco. Il cielo era sereno: neppure alla
mattina si era vista quella lieve foschia, che abitualmente copriva
la superficie del lago.
Adele
aveva dato a Osvaldo degli stivali di gomma verdi, che normalmente
venivano usati da Giacomo per lavorare in giardino. Gli stavano un
po’ grandi, ma erano ottimi per camminare nei boschi e nei prati
umidi, a tratti anche un po’ paludosi, di Montegeloni. L’uomo
portava il cesto per riporre i funghi, mentre la donna osservava
attenta il terreno alla ricerca di qualche porcino, con un piccolo
coltellino in mano. I grandi larici, avrebbero iniziato a ingiallire
fra qualche settimana, preparandosi all’autunno, che arrivava
presto, a volte improvvisamente e durava poco, lasciando posto ad un
bianco e gelido inverno all’ombra di Punta Geloni.
-
Complimenti! Due aspirapolvere in due giorni! Se continui così, la
prossima settimana avrai già finito! - disse allegra Adele.
-
Infatti non ci credo ancora. Penso che domani Vittorio mi restituirà
la merce. Sai, la moglie non c’era, pare che lo tradisca con il
vicino di casa…Non mi sembrava molto in sé. Ha voluto comprare a
tutti i costi l’aspirapolvere: è convinto che utilizzando la
piccola Ketty sul terrazzo, la moglie lo veda e voglia ritornare da
lui! Per l’aspirapolvere, capisci? Ho cercato di dirgli che è
un’idea assurda, ma non ha voluto sentire ragioni. Domani ripasso a
vedere se per caso, passata la sbornia, si sia ravveduto e voglia
restituire la merce…ed in tal caso gli restituirò i soldi. In
realtà sono un venditore fallito. Ho il record negativo di vendite
della società in questi ultimi sei mesi. Per questo il mio direttore
mi ha spedito quassù: è convinto che non essendoci centri
commerciali, qui si possano ancora vendere gli aspirapolvere con il
sistema porta a porta. Magari mi andrà bene, se riesco a conquistare
la fiducia di almeno 12 abitanti, ho in tutto 12 elettrodomestici da
vendere. Speriamo! Dalle mie previsioni, forse in un mese ce la
potrei anche fare. -
-
Ti auguro un enorme successo!…Ma dimmi una cosa: hai sempre vissuto
in città? - Adele lo guardava sorridendo, camminandogli accanto
veloce, mentre lui, sovente si inciampava, scivolava ed ogni tanto si
fermava a prendere fiato.
-
Certo, ho sempre abitato in città. In montagna non vado quasi mai.
Si vede, vero? Non so neppure camminare nel bosco: come vedi mi
inciampo anche nelle pigne! Barazzo è circondata da colli. Da
piccolo però, andavo in montagna a funghi, al paese di mia nonna,
durante le vacanze estive . -
-
Attento, Osvaldo! Guarda! Un porcino, lo stavi pestando! - Erano
arrivati in un bosco di abeti, non troppo fitto. C’erano funghi
ovunque, c’erano intere famiglie di amanita falloide, quei funghi
rossi, con i puntini bianchi, ma anche porcini, tanti porcini, grandi
come scarpe, tanti da riempire la cesta di Adele. La donna faceva
vedere al “cittadino” come raccogliere i funghi da terra,
pulendoli direttamente sul posto e poi li poneva nel cesto. Così
anche lui aveva piano piano iniziato a raccoglierli, passandoli poi
in mano ad Adele per la pulitura con il coltellino.
Osvaldo
raccolse una margherita e l’offrì alla donna, con un sorriso,
aggiungendo: - ce ne sono molte qua intorno, ma questa è per te - Un
gesto gentile, galante, che aveva acceso nuovamente il sorriso sul
viso della donna. - Grazie! Ma come lo passi il tempo libero in
città? - chiese Adele - Porto fuori il cane di mia moglie, ma passo
molto tempo da solo, a guardare la televisione o i treni che partono
… Mi piace molto osservare le persone che vanno e vengono alla
stazione. In realtà sono molto pigro; la domenica mi annoio a morte,
aspetto il lunedì per ricominciare a lavorare. Che vita intensa, eh?
Credimi, ho fatto più cose qui in due giorni che negli ultimi due
anni a casa mia. Mi sembra di respirare meglio qui. - rispose
Osvaldo. - Dunque, sei sposato. - Si, sono sposato. Solo che è come
se vivessi da solo. Con mia moglie parlo pochissimo … Cerca
ostinatamente di farmi seguire una dieta ipocalorica per farmi
dimagrire. Non condividiamo più nulla ormai, solo l’appartamento …
E’ cambiata. Non è più la donna che amavo … Ecco, l’ho detto.
Per la prima volta sono riuscito a dirlo. Non la amo più … -
-
Mi dispiace, scusa, non volevo essere indiscreta … La prima
impressione che mi hai dato è quella di essere un uomo che ha una
gran voglia di divertirsi, di godersi la vita, hai una luce curiosa
negli occhi, anche quando parli con le persone … e poi sei
simpatico. Non capisco come tu possa avere una vita così … così …
-
-
Banale? Piatta? Hai ragione. Credimi, non è un bel momento. Sono
confuso. Non so cosa voglio … I progetti che avevo fatto quindici
anni fa, non si sono realizzati e tutto mi sembra pesante. Il lavoro
va ogni anno peggio … Ed io non riesco a prendere nessuna
decisione. Vorrei fuggire altrove … ma dove? E così aspetto,
immobile. -
-
La linea d‘ombra... La chiamano anche così. A qualcuno arriva a
quaranta, ad altri a cinquanta … Ma prima o poi arriva. Nessuno
passa indenne. Ma come accade spesso nelle crisi, può essere
l’inizio di qualcosa di nuovo, non credi? Prenditi tempo, questo è
il posto ideale per riflettere! Ci venivano anche i monaci … Qui si
vive con ritmi completamente diversi: puoi finalmente godere del
lento e scoprire un nuovo mondo … L’isolamento e la solitudine
alimentano soluzioni forti, come il carattere delle persone di questo
posto. Bisogna sempre decidere, prima o poi, o bianco o nero. -
-
Grazie, ti ringrazio, ci penserò … Ma cosa ci fai, dopo, con i
funghi? -
-
Li metto a seccare, magari ne do alcuni anche a Toni, così ci
prepara un signor risotto. A volte vado anch’io a mangiare da lui,
a mezzogiorno … la sera no, preferisco mangiare presto e poi magari
sto alzata a disegnare o a dipingere, o a leggere o ad ascoltare
musica. Nella biblioteca ci sono anche molti vinili, in gran parte di
musica classica. Li hai visti? C’è anche un vecchio impianto
stereo, con un piatto per ascoltarli. Puoi usarlo quando vuoi. - Non
ci avevo proprio fatto caso. Fai la collezione di vecchi vinili? -
-No,
ci sono solo quelli che avevo da giovane, qualcuno che mi è stato
regalato, ma nulla di più. Sai chi è il vero collezionista di
vinili a Montegeloni? -
-
Toni, forse? -
-
No, Toni tiene solo alcuni vinili degli anni settanta. Il vero
collezionista è Lenìn, il cantante della band. Toni mi ha
raccontato che il suo piccolo appartamento è stracolmo di vinili. Ci
sono dischi ovunque e pochissimi mobili: pare addirittura che il suo
letto sia solo un materasso appoggiato su casse di legno riempite con
i 45 giri. Quando era giovane, Lènin faceva il DJ nei locali
notturni. Ha girato un po‘ tutta l‘Italia … E’ stato molti
anni fuori, ma poi è tornato. -
-
Per amore? Come te? -
-
No, non come me. La mia è una storia triste, vorrei poterla
dimenticare … Ora si è fatto tardi, il cesto è pieno, non vedi?
Adesso prendiamo questo sentiero, che porta direttamente alla
trattoria, così lasciamo un po’ di funghi a Toni. -
-
Va bene! - rispose Osvaldo ripensando a ciò che aveva appena detto
Adele, a quel passato triste che voleva dimenticare … Aveva intuito
ancora un profondo dolore, in quelle parole. Adele così solare, così
allegra, si portava dentro una sofferenza che non era ancora
riuscita del tutto a superare. Osvaldo provava interesse per la
donna. Aveva sentito per lei una simpatia istintiva, già dal primo
giorno che l’aveva vista; aveva poi subìto il suo fascino, che
aveva risvegliato i suoi istinti sopiti. La cosa certa è, che
avrebbe continuato a camminare con lei per ore, per i boschi di
Montegeloni. Inciampando, arrancando, ansimando. Ma Adele? Cosa
pensava Adele, di quell’ insolito, grasso rappresentante di
aspirapolvere in crisi?
Era
un soggetto interessante. Lo aveva osservato, mentre faceva la sua
dimostrazione con l’aspirapolvere e lo aveva rappresentato con uno
schizzo su un foglio, cercando di coglierne l’essenza, per metterlo
a fuoco, scovando ciò che di buono c’era in lui. Non trovava
interessante ritrarre persone giovani e belle, modelli statuari o
modelle dai corpi perfetti. Lei era interessata all’imperfetto,
alle persone straordinariamente comuni: troppo grasse o troppo magre,
anziane, senza denti o con nasi esagerati … Osservando le persone
per disegnarle, Adele riusciva a trovare sempre qualcosa di bello nei
visi, nei sorrisi, nelle espressioni. Anche i corpi parlavano: ogni
corpo era diverso da un altro. Illustrare la morbidezza di un corpo
sovrappeso e la sensazione di calma e tranquillità che esprime era
una sfida intrigante, che cercava in qualche modo di riuscire a
realizzare. Ed ecco arrivare alla sua pensione il soggetto adatto:
non brutto, non particolarmente bello ma morbidamente opulento, con
quello straordinario elettrodomestico in mano. Come sarebbe stato
bello ritrarlo mentre aspirava il lampadario in funzione turbo!
Voleva fargli la sua proposta indecente: doveva cogliere solo il
momento adatto.
-
Sai Osvaldo … l’altro giorno, mentre spiegavi il funzionamento
dell’aspirapolvere … ho fatto degli schizzi … -
-
Ah, pensavo che tu prendessi degli appunti! - - No, no … ho solo
provato a ritrarti. Trovo che tu sia un soggetto interessante.
Poseresti per me? -
-
Nel senso … come una natura morta? Come un vaso di fiori? -
-
Dovresti riuscire a stare fermo per almeno quindici minuti, in modo
che io riesca a disegnarti dal vivo…-
-
Spero non nudo …-
-
Farai solo ciò che ti sentirai di fare …-
-
E’ una cosa imbarazzante, ma mi incuriosisce. Potrei vedermi
attraverso i tuoi occhi e non attraverso uno specchio. Nessuno me lo
aveva mai chiesto … A dire la verità ho anche poche foto … Ma
sì, ci posso provare, se ci tieni tanto. Sarà un onore, per me. -
Adele
gli aveva sorriso e lui era annegato negli occhi verde acqua di lei.
-
Te la senti di provare, questa sera, dopo cena? - chiese ancora Adele
- Solo se ceniamo assieme. - rispose Osvaldo. - Si, va bene.
Chiediamo a Toni se ci fa il risotto, dai! La trattoria è vicina,
ormai. -
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