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Capitolo 6

Era mattina. La luce, filtrando attraverso le imposte nella stanza, svegliò Osvaldo poco prima del suono programmato della sveglia sul comodino. Si alzò dal letto ed aprì le finestre, per uscire sul balcone, in pigiama e ciabatte. L’aria era limpidissima, non si vedeva una nuvola in cielo, solo un rapace, che volava in cerchio, ad alta quota. Gli abitanti del paese erano già in piena attività, anche se non si vedeva nessuno. Si sentivano solo rumori di trattori e motoseghe in lontananza.
La frazione di Montegeloni di Sopra era quella più lontana dal lago, che si trovava all’incirca una sessantina di metri più in basso rispetto al B&B di Adele. Percorrendo la strada asfaltata in direzione dello specchio d’acqua, proprio in prossimità del primo tornante, si incontrava la trattoria all’Orso. Proseguendo, si arrivava a Montegeloni di Sotto, dove c’era il lago e dove la maggior parte delle costruzioni erano casolari isolati di agricoltori. Non c’era una piazza. Alcuni edifici erano stati costruiti lungo la strada: c’erano la caserma dei vigili del fuoco volontari, il negozio del macellaio, il piccolo bazar con alimentari, la canonica e la scuola elementare, con la segreteria che fungeva anche da ufficio comunale distaccato. La posta arrivava due giorni alla settimana e gli abitanti la potevano ritirare lì, proprio in segreteria, dopo che il bidello li aveva avvertiti telefonicamente. Osvaldo osservava i movimenti delle rare persone che si potevano intravedere in lontananza, molto diversi da quelli frenetici dei viaggiatori in arrivo ed in partenza sui binari ferroviari. Era allegro, si sentiva in vacanza e assaporava l’idea di iniziare a conoscere il posto e i suoi abitanti. La temperatura era ottima: per la prima volta in vita sua non sudava. Si era vestito velocemente, indossando un completo blu, una camicia a righine azzurre, cravatta Regimental e scarpe stringate color tabacco ed era sceso al piano terra per la colazione, pronto a iniziare la sua giornata coprendo Montegeloni di aspirapolvere.
La sala era inondata dal sole del mattino, che entrava dalla terrazza. La luce era abbagliante, ma Osvaldo poteva distinguere bene la figura di un uomo, che stava sparecchiando alcuni tavoli. Era voltato di spalle, brizzolato, vestito con una camicia di flanella a quadri blu e verdi e un grembiule da cameriere.
- Scusi, dove posso sedermi? - chiese Osvaldo. L’uomo si era voltato, svelando un viso segnato non solo da rughe profonde, ma da importanti cicatrici che partivano dalla fronte, passavano sotto l’occhio destro ed arrivavano in diagonale fino alla bocca. Probabilmente era stato vittima di un grave incidente - Guardi, lì c’è il tavolo apparecchiato per lei. Le dà fastidio il sole? Vuole che tiri la tenda? - si affrettò a chiedere il cameriere, avvicinandosi leggermente claudicante alla finestra. Osvaldo, che si era già seduto, fece cenno di no con il capo e continuò a osservare l‘uomo, fino al momento in cui Adele fece ingresso nella stanza.
- Buongiorno, Osvaldo! Cosa desidera per colazione? Abbiamo delle fette di torta fatte in casa, oppure fette biscottate, burro e marmellata, latte, caffè, cappuccino, the…? - - Buongiorno! Gradirei una fetta di torta e un cappuccino, grazie. -
Adele era tornata subito dopo, con un vassoio pieno di fette di torta, latte e caffè caldi, una ciotola di panna ed un cioccolatino. La tavola era apparecchiata con una splendida tovaglia di lino ricamata, tazze in porcellana dipinte a motivi floreali, di fattura inglese ed un profumato mazzolino di fiori di campo. - Questo sì che è un Buongiorno! - disse allegro Osvaldo rivolto ad Adele, complimentandosi per la cura con cui era stata preparata la colazione e la tavola. - Adoro viziare i miei ospiti con colazioni deliziose da vedere e buone da mangiare. Un piccolo gesto affettuoso per farle iniziare al meglio la sua prima giornata a Montegeloni. - rispose Adele e continuò - Quali sono i suoi programmi per la giornata? - Osvaldo si era riempito il piatto con cucchiaiate di panna, che aveva messo a galleggiare anche sul cappuccino, annusava il profumo della torta e la assaporava, masticando lento ad occhi chiusi, rapito completamente dal gusto. Finito di masticare si era rivolto ad Adele - la torta è veramente spettacolare! Il programma è quello di recarmi alla locanda qui sotto e chiedere un po‘ di informazioni sugli abitanti, magari proporre a qualcuno dei presenti una dimostrazione sulla efficienza di aspirazione dell‘apparecchio e … - - Ma non mi aveva promesso una dimostrazione del prodotto? - disse Adele e continuò - avrei tempo anche adesso … potrebbe assistere anche Giacomo, il mio collaboratore! Vi siete già conosciuti, vero? - disse Adele indicando l’uomo con le cicatrici. Osvaldo guardava gli occhi vivaci della donna e per un momento pensò a quelli di Giovanna, che mai una volta avevano espresso una tale vitalità. Adele regalava grandi sorrisi che trasmettevano buon umore, sottolineati da quelle autentiche rughe di espressione, esibite tranquillamente come un trofeo, una conquista. Quel leggero accento francese era piaciuto subito ad Osvaldo, lo trovava intrigante.
- Certamente e senza impegno, signora Adele! Ma sono sicuro che vedendo l’apparecchio in funzione, si convincerà dei vantaggi che otterrà acquistando l’aspirapolvere per la pulizia della pensione! Ho notato che ha molti tappeti sul pavimento della biblioteca. Potremo iniziare da quelli. Avrei bisogno di una brocca piena d’acqua ed un secchio -
- Finisca la colazione con calma, noi intanto le prepariamo il tutto nella biblioteca. - disse Adele.
Un quarto d’ora dopo, Osvaldo faceva il suo ingresso nella chiesa sconsacrata, con una scopa elettrica in mano ed un borsone con gli accessori. Più che per una dimostrazione, la scenografia sembrava essere stata sapientemente preparata per una rappresentazione teatrale. Osvaldo in piedi al centro della stanza, circondato dai tappeti, con il secchio in un angolo e la brocca piena d’acqua posata sul tavolino vicino, Adele e Giacomo accomodati su due poltrone a circa 4 metri di distanza a fare gli spettatori. E lo spettacolo, iniziò.
Osvaldo smontò il serbatoio della scopa elettrica e lo caricò sapientemente con l’acqua contenuta nella brocca fino al livello indicato, quindi, dopo aver riposizionato il serbatoio iniziò il suo collaudato monologo:
- L’obiettivo primario della nostra ditta è da sempre la pulizia dell’ambiente domestico … La pulizia dell’ambiente e di conseguenza anche l’ecologia del nostro pianeta! Per pulire la nostra casa, utilizziamo spesso detersivi che contengono sostanze molto inquinanti. Oggi, per pulire tutte le superfici, questi prodotti non sono più necessari, perché oggi abbiamo la “Piccola Ketty”! Questo aspirapolvere non è solo una scopa elettrica, bensì un rivoluzionario sistema per la pulizia della casa! - Osvaldo osservava di tanto in tanto i presenti, per verificare se le sue parole avessero suscitato un certo interesse e poi riprendeva, indicando le varie parti dell’apparecchio - La “Piccola Ketty”, grazie ai movimenti delle sue spazzole, alla sua potenza di aspirazione e all’utilizzo di tutti i suoi accessori, rimuove completamente ogni residuo di polvere dalle superfici e dai tessuti di tutta la casa! Con la nuova tecnologia filtrante, la “Piccola Ketty” trattiene le polveri sottili e tutti i pollini allergizzanti, senza l’utilizzo di sostanze aggressive! L’accensione, come vedete, si trova comodamente posizionata sul manico - Osvaldo dopo aver messo in funzione la scopa elettrica, iniziò a passarla con eleganti movimenti prima in avanti e poi indietro sul pavimento, osservando i due spettatori in platea. Quindi riprese il monologo, con un tono da consumato attore di teatro drammatico - Non più sacchetti! Non più filtri intasati che non riescono a trattenere le micro polveri e i batteri più nocivi che vivono nei nostri ambienti! Il filtro ad acqua è il filtro rivoluzionario in grado di trattenere i nostri più grandi nemici: GLI ACARI! - Adele lo guardava divertita, schizzando di tanto in tanto qualcosa su un piccolo blocco da disegno, che teneva in mano, mentre Giacomo era così attento che pareva stesse assistendo al monologo dell’ Amleto di Shakespeare.
- IL DERMATHOFAGOIDES!!!- Una piccola pausa, per riprendere fiato e per far crescere la suspense. - E’ un tremendo, piccolo animaletto che vive circa una ventina di giorni all’interno dei nostri materassi, dei nostri cuscini, poltrone, divani. Si ciba della desquamazione naturale della nostra pelle, causandoci allergie respiratorie quando inaliamo i suoi escrementi! - Osvaldo si tolse la giacca, si rimboccò le maniche della camicia e poi iniziò a sostituire sapientemente, uno dopo l’altro, i vari accessori della scopa elettrica, passando il tubo aspirante flessibile sui divani, sui cuscini, sulle librerie ed infine la spazzola sui tappeti, sempre con gesti incredibilmente agili ed eleganti per uno della sua stazza.
- Orbene, il DERMATHOFAGOIDES viene letteralmente rapito dalla potenza della “Piccola Ketty” e tuffato nell’acqua contenuta nel serbatoio! In più, la potenza di aspirazione può essere regolata evitando inutili sprechi! - E anche qui Osvaldo, come d’abitudine, faceva sentire i vari livelli di potenza di aspirazione dell‘elettrodomestico, azionando con movimenti veloci la leva situata sul manico e fissando negli occhi i due presenti. Adele rideva divertita e Giacomo guardava Osvaldo sempre più convinto. - Il motore della piccola Ketty è supersilenzioso, per ridurre l’inquinamento acustico, perché un buon aspirapolvere è quello in grado di eseguire il proprio lavoro in modo discreto, anche mentre i suoi ospiti dormono, signora Adele! -
La voce di Osvaldo rimbombava nella chiesa. Neppure un sermone di un predicatore protestante poteva essere più coinvolgente.
- Ma consideriamo anche il design innovativo della “Piccola Ketty” e l’estetica dell’apparecchio: questa scopa, lo vedete anche voi, è così bella che non deve essere rinchiusa in uno sgabuzzino, noooo! Può essere anche lasciata in mezzo ad una stanza perché sì, dà un certo tono all’ambiente! - Adele sorrideva e continuava e schizzare sul blocco, mentre Osvaldo si apprestava al gran finale: - Questo perché la nostra ditta mette al primo posto la persona, l’ambiente in cui vive e la qualità della nostra vita! - E qui ci fu il vero colpo di scena: Osvaldo prese il secchio, lo posizionò proprio davanti ai due spettatori, aprì il serbatoio e versò lentamente l’acqua sporca che aveva imprigionato tutte le micro polveri e gli acari di questa terra nel secchio. - e tutto questo, grazie alla Piccola Ketty, al minimo costo di 376,00 Euro pagabili anche in comode rate mensili. Grazie dell‘attenzione, con questo ho finito! Se ci sono domande … -
Adele si alzò in piedi, applaudendo divertita, mentre Giacomo andò a controllare il contenuto del secchio e poi disse - E’ proprio sporca!-
- Lei è sorprendente, Osvaldo! Non avrei mai pensato si potessero trovare tante parole per descrivere un aspirapolvere! - comunque càpita a fagiolo: un aspirapolvere mi farebbe proprio comodo, soprattutto senza sacchetti. Potrei fare più velocemente le pulizie nelle stanze e quando non ci sono ospiti, avrei più tempo per dipingere. - disse Adele. Giacomo si era affrettato a porre alcune domande strampalate a Osvaldo, lasciandolo un po’ spiazzato. Il venditore lo guardava stupito, e intuiva dal suo sguardo e dalle sue domande, che il probabile incidente che lo aveva coinvolto, non si era limitato a lasciargli delle evidenti ferite nel corpo, ma anche nella mente. Ogni tanto ripeteva le cose che gli erano state appena dette, temendo quasi di dimenticarle, sembrava un po’ rallentato, oppure cambiava repentinamente discorso, dicendo cose che non c’entravano affatto.
- Bene, Signor Pinelli, - disse Adele - allora un aspirapolvere è mio. Se vuole l’accompagno alla trattoria qua sotto, così le presento subito il cuoco, nonché proprietario della locanda. Magari le può dare indicazioni su come raggiungere le varie case sparse di Montegeloni, lui conosce un po‘ tutti, molto più di me! Poi si può fermare lì a pranzo, si mangia veramente bene. -
- Sì, grazie Adele, ottima idea! - Rispose Osvaldo, soddisfatto ed un po’ sorpreso di essere appena riuscito a concludere il suo primo contratto di vendita a Montegeloni.



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