Capitolo 7
Certo,
le scarpe eleganti, stringate e con la suola in cuoio di Osvaldo, non
erano quelle più adatte per scendere il viottolo, che portava alla
trattoria all’orso, ma l’uomo, accompagnato da Adele, era
riuscito comunque a non scivolare sulle radici umide che
attraversavano il sentiero. Erano trascorsi solo cinque minuti da
quando avevano lasciato il B&B e già erano arrivati davanti alla
porta di servizio sul retro del locale. Questo prendeva il nome da un
gigantesco orso in pietra con un collare di ferro battuto, che
troneggiava proprio vicino alla porta di ingresso. L’edificio
era circondato da un prato pianeggiante dove crescevano noccioli in
grande quantità, ombreggiato da due tigli giganteschi e secolari,
sotto i quali erano state disposte delle panche con i tavoli. Alla
domenica, nei mesi estivi, c’era
un discreto viavai di turisti amanti della natura e delle specialità
alla griglia del cuoco. Durante la settimana, invece, ci mangiavano
solo gli ospiti della pensione di Adele. Il bar, al contrario,
funzionava a pieno regime, perché era mèta di tutti gli abitanti
del paese, almeno una volta al giorno. Era un luogo di
socializzazione, la vera piazza, che a Montegeloni mancava. Gli
avventori erano quasi sempre uomini, contadini o boscaioli, che si
prendevano una pausa dal lavoro per una partita a carte, una
scommessa o un bicchiere di vino. C’erano anche i frequentatori più
assidui, che non si limitavano a bere un bicchiere, ma ne bevevano
molti di più, fino a dimenticare quanti ne avevano tracannati. Per
evitare problemi al momento del pagamento del conto, la moglie
dell’oste, Miranda Balduzzi, che si
occupava del bar, si faceva pagare subito e in anticipo, ogni volta
che versava un bicchiere. La famiglia di suo marito Antonio, chiamato
Toni da tutti, era proprietaria del locale da generazioni, lui era
diventato un provetto cuoco, avendo trascorso gli anni della gioventù
nelle cucine sulle navi. Era nato nel primo dopo guerra e quando
aveva vent’anni era stato in Inghilterra per un periodo, vivendo in
prima persona l’ascesa dei Beatles e dei Rolling Stones. Aveva
conosciuto Miranda al festival rock dell’isola di Wight, nel 1970,
ascoltando i Doors e da allora non si erano più lasciati. Quando era
tornato ad abitare a Montegeloni, era venuta anche lei. Una taverna
di paese, in una valle bucolica, gestita da due rockettari di circa
sessanta anni. Toni era uscito dalla porta sul retro della cucina,
quando Adele lo aveva chiamato, dopo aver fatto sedere Osvaldo al
grande tavolo vicino all’ingresso.
-
Toni, ti ho portato un mio nuovo ospite. Si chiama Osvaldo, l’ ho
fatto accomodare al tavolo, all’ombra del tiglio. Resterà qui
almeno due settimane, per vendere aspirapolvere. Se hai un po’ di
tempo, potresti spiegargli dove si trovano le case di Montegeloni. Ha
bisogno di informazioni. Si occupa di vendite porta a porta...E gli
piace la buona cucina, naturalmente. Te lo affido…Oh, mi
raccomando!… E’ molto simpatico. - - Non preoccuparti, Adele. Ti
è simpatico? Sei sempre in cerca di un cuoco per la colazione,eh? - Adele
sorrise, imboccando nuovamente il sentiero per tornare al B&B. -
Adele! Questa sera c’è il live! Non mancherai, vero? Ci sarà
anche qualcosa da mangiare, vieni? - Urlò Toni verso il bosco. - Non
mancherei per nessuna ragione! Ciao! - rispose la donna, sparendo tra
i cespugli di nocciolo.
Toni
fece il giro della casa. Indossava il grembiule da cucina e al posto
del copricapo tipico dei cuochi indossava una bandana piena di spille
dei Rammstein e degli AC DC e una canotta, che lasciava scoperte le
braccia interamente tatuate. Aveva iniziato a farsi fare i tatuaggi
sulle navi, quando questi erano esclusiva di carcerati e marinai. I
bicipiti non erano più molto tonici e la sirena tatuata sul braccio
sinistro, pareva alquanto avvizzita. Toni aveva due baffoni che
coprivano gli incisivi sporgenti, come la pancia, i capelli lunghi e
bianchi, che fuoriuscivano con una treccia dalla bandana e orecchini
a cerchio su entrambe le orecchie. Era uscito così, come si trovava
dalla cucina, appena Adele lo aveva chiamato, con i due coltelli che
stava affilando in mano, e così si stava dirigendo verso Osvaldo,
sfregando i coltellacci da cucina. Per chi non lo conosceva, poteva
anche avere un aspetto un po’ inquietante. Osvaldo se l’era
trovato seduto davanti, con i baffoni biondo rossicci ed un grande
sorriso, dove gli incisivi sporgenti erano ancora più evidenziati
dalla mancanza di qualche laterale superiore.
-
E così tu saresti Osvaldo! Lo sterminatore di acari! Sono Toni, il
proprietario di questa baracca. - - Osvaldo lo guardò fisso negli
occhi azzurri, poi allungò la mano per stringere quella del cuoco.
-
Buongiorno! - disse, un po’ intimidito dall’aspetto dell’uomo,
che nel frattempo aveva appoggiato i coltelli e gli aveva stretto
vigorosamente la mano, dandogli anche una pacca sulle spalle - Ehi,
qui siamo abituati a darci del tu, tra uomini. Adele mi ha detto che
hai bisogno di informazioni. Cosa vuoi sapere? - -Vorrei sapere
quanti abitanti ci sono e come ci si arriva, alle case. Sempre se
lei…cioè se tu hai un attimo di tempo. - - Ma certo, che lo trovo,
il tempo. E’ quasi tutto pronto in cucina. Mirandaaaa!!!Portaci
qualcosa da bereee!…Vino? Birra? Avrei un bianco fresco e
frizzantino che è una delizia. Lo fa il Brachetti, il Vittorio, ha
provato a piantare l’uva tre anni fa, nei prati più bassi qui a
Montegeloni, sotto, oltre il lago, a 800 m di quota. Sentirai che
buono! Miranda, portaci un bicchiere del nostro! E un pezzo di carta
per scrivereee!- Dall’interno del bar si sentì una voce molto
bassa che rispondeva - Arrivooo! - e dopo due minuti fece apparizione
la donna con un vassoio, due bicchieri di bianco, un blocchetto ed
una penna. Miranda aveva capelli lunghi un po’ stopposi e tinti di
biondo, un decolté traboccante dalla scollatura a V della t-shirt
dei Black Sabbath, jeans a vita bassa, che evidenziavano un paio di
rotoli sul punto vita e sui fianchi, truccatissima e con alcuni
tatuaggi sulle braccia. Nel momento in cui era uscita dal bar si era
messa una sigaretta in bocca e se l’era subito accesa: ne fumava
ben oltre i due pacchetti al giorno. Per questo motivo, aveva le dita
e i denti ingialliti, la voce bassa, l’alito pesante ed un
inconfondibile odore di nicotina addosso. Non fumava nel locale dal
2005, nel rispetto della legge antifumo, ma ad ogni ora del giorno e
con qualsiasi tempo era possibile vederla all’esterno del locale
mentre fumava una sigaretta, da sola o in compagnia di qualche
cliente. Aveva fatto sistemare, da Toni, un apposito gazebo
all’esterno, in una parte lontana dai tavoli, con alcuni posacenere
e sopra aveva messo un cartello che riportava la scritta SALA
FUMATORI. Miranda sorrise a Osvaldo, appoggiando il vassoio e
salutandolo in una nuvola di fumo, per recarsi subito dopo in
direzione del gazebo.
Toni
porse il bicchiere all‘ospite e alzandolo in aria disse - Alla
nostra! - poi prese il blocchetto e la matita ed iniziò a schizzare
in maniera schematica le strade di Montegeloni. - Qui ci sono tre
strade, che iniziano tutte in prossimità del lago: da una parte ci
sono 4 masi, in località Nosella. Altri cinque li trovi percorrendo
la strada di destra, mentre proseguendo dritto oltre al lago ne trovi
altri sei e alcune case singole. Non ti puoi sbagliare. Come ti
sembra il vino? -
-
Non sono un intenditore - rispose Osvaldo - però è gradevole, sa un
po’ di frutta…Dimmi, Toni, ma la gente com’è, qua? Sospettosa
o cordiale con quelli che vengono da fuori? -
-
Qui la gente non è poi così chiusa, non capita spesso di conoscere
persone che vengono da fuori, tutti sono un po’ curiosi. Il segreto
è conquistare la loro fiducia. Non guarderanno al prodotto in sé,
ma alla persona che glielo vende. Per cui, non perderei tempo a
illustrare le particolarità del tuo aspirapolvere, ma starei più ad
ascoltare quello che hanno da dirti, o quello che hanno da
chiederti…Vesti sempre in questo modo? - Chiese Toni.
-
Tutti i rappresentanti della mia ditta vestono così…Sono i nostri
abiti da lavoro…E’ una cosa che viene richiesta espressamente…Io,
nel tempo libero vesto… normale…- rispose Osvaldo un po’
stupito.
-
Se fossi in te, cambierei decisamente abito. Qui si guarda alla
sostanza. Noi qui, vestiamo così, solo ai matrimoni e ai funerali.
Spesso troverai contadini che ti stringono la mano subito dopo aver
pulito il maiale o sparso il letame sul prato. Con quelle scarpe
rischi di scivolare e loro avranno soggezione a farti entrare nelle
loro case, sei troppo elegante, non sei credibile. Sembri uno di
quelli che erano venuti anni fa, volevano comprare terreni a destra e
a manca per farci un campo da golf…Nessuno si fidò e tutto andò a
monte, per nostra fortuna…-
Osvaldo,
dopo averlo ascoltato attentamente gustando il vino, disse - Ti
ringrazio Tony, credo di aver capito. Ma dimmi ancora una cosa molto
importante: cosa si mangia oggi? Guarda che sono molto esigente…-
-
Ah, molto bene! Adele mi ha detto che ami la buona cucina! Oggi ti
propongo un “risottino” al profumo di ginepro, bocconcini di
capriolo in crosta d’erbe con verdure saltate. Poi mi dirai se ti è
piaciuto. - Toni aveva girato l’angolo per rientrare in cucina,
mentre Miranda aveva finito la sua sigaretta ed era venuta a
scambiare due chiacchiere con Osvaldo.
-
Adesso vengo anch’io a sentire un po’ la tua storia, però prima
mi prendo un bicchiere, per farti compagnia e ti porto un assaggino
dalla cucina - disse Miranda, tornando subito dopo con un bicchiere,
un piattino con dei pezzettini di formaggio in mano e un po’ di
miele. Nel frattempo Osvaldo aveva tolto giacca e cravatta, si era
slacciato la camicia e rimboccato le maniche.
-
Vedo che il vino ti ha fatto sciogliere un po’! - disse Miranda -
Sei ospite dell’Adele, vero? Vieni con lei, stasera? C’è il
concerto, te lo ha detto il Toni, o si è dimenticato? -
Osvaldo
aveva iniziato ad assaggiare il formaggio, gustandolo con un po’ di
miele, lentamente. Sembrava non avesse neppure ascoltato, intento a
mangiare il piccolo antipasto, ma dopo aver sorseggiato ancora un po’
di vino, rispose - Ottimo, ottimo, fate voi anche questo? No, Toni
non mi ha parlato del concerto. Che concerto? - - Il concerto della
rock-band di Montegeloni, non puoi mancare. Se ti piace la buona
cucina, come vedo, ti piacerà sicuramente anche la musica rock. Il
rock è energia, passione, adrenalina, sesso…Dà emozioni…Come la
buona cucina. Ti piace il rock? - Osvaldo era rimasto in silenzio e
ora fissava Miranda: sessant’anni e non sentirli, la voglia e la
curiosità dei vent’anni.
-
Lo ascoltavo, anni fa. - rispose e nel frattempo pensò - Energia,
adrenalina, sesso…E chi se li ricorda?- poi aggiunse - Ne avrei
proprio bisogno. Ci sarò! -
-
Adesso ti saluto, vedo che è arrivata la Nilde a prendere suo
marito, il tassista. Ci si vede. - disse Miranda dirigendosi verso
l’ingresso del bar, seguita da una donna che era appena scesa da
una vecchia Opel Kadett arancione.
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